Pianta dello scurolo di san Carlo Borromeo
Autore
AnonimoTitolo
Pianta dello scurolo di san Carlo BorromeoDatazione
XVII secolo
Collocazione
ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 37vB
Dimensioni
250x744 mmTecnica e Supporto
Preparazione a punta secca (quasi assente), fori guida; esecuzione a penna e inchiostro nero; supporto cartaceo, filigrana non presente.
Scala
Verso l’alto, verso sinistra, linea continua con tratti a penna e inchiostro nero, di braccia 3 milanesi.Iscrizioni
Entro il disegno, ai luoghi propri, a penna e inchiostro bruno: «Parte del scurolo vecchio»; «Scale vecchie del / scurolo fatte di / vivo dove si / assende, et si / disende»; «Altre scale / parimente»; in corrispondenza della scala «Scala de b[raza] 3 con la quale si è / giust[ament]e mesurato il p[re]sente diseg[n]o / in Pianta»; «Gradi p[er] dove si / dissende fatti / di vivo»; «largo b[raza] 7»; «Andito magg[io]re dove si entra, è voltato di Pietra, et cinto di asse, et depinto»; «longo b[raza] 20»; «Porta … che sta / sempre serrata»; «Usci di ferrate»; «Usci di ferrate»; «Usci di legno»; «Uscio di legno»; «Altaretto di legno per / servigio della sacrest[i]a / fatto a guisa di armario»; «Sacrestia»; «Uscio / della sacrestia»; «Altro Altare dove è sop[r]a posto la / cassa che rinchiude il corpo / del Glorioso S[an]to Carlo Borromeo / fatto parim[en]te di legniame»; «Altare fatto di legnio / dove ora segli celebra / messa»; «Bradella dell’altare»; misure varie in corrispondenza dell’altare; «l’altare che sostiene la sud[ett]a cassa è alto b[raza] 1 o[nze] 9 / la cassa sop[r]a posta l’altare è alta [(braza)] 14 ½»; «largo b[raza] 8»; «Scurolo novo fatto p[er] il S[an]to / Carlo»; «b[raza] 10» (lunghezza interna dello scurolo); «Andito dove si entra»; «o[nze] 21» (larghezza dell’andito - diambulatorio); «Uscio dove si entra / che sta sempre / aperto»; «Questa grosezza di legniame non si alza / dal piato senza on[ze] 15 et poi si sminuisse / come vi accenna il diseg[n]o dall’altra parte»; «Il vaso d’ambi li usci laterali al scurolo / che stanno ap[er]ti sono di altezza di b[raza] 3 o[nze] 4 ½»; «Dove gli tratti sono semplici è p[er] tutto / fabricato di pietra dove sono doplati / è fatto di legname».
In basso, verso destra, in corrispondenza di uno schema di dettaglio dell’altare: «Cassa»; «altare che sostiene / la sud[etta] cassa / del G[lorioso] S[anto] C[arlo]»; «Altare»; «bradela»; «Profilo dell’altare».
Sul verso, a matita: «37 cp[?] / b».
Sul verso, indicazione inventariale moderna, a matita: «II 37v b» (Stefano Dalla Via, 2011).
Sul verso, a matita: «scurolo».
Sul verso, a penna e inchiostro nero: «I 40 [+]» (cancellature e iscrizione in parte tagliata).
Notizie
Il disegno è inserito all’interno del secondo tomo della Raccolta Bianconi, composta in dieci volumi dall’architetto, collezionista e storico Carlo Bianconi tra il 1789 e il 1796, passata ai Litta e poi ai Vallardi, ed entrata nel 1872 nelle collezioni civiche milanesi, quando il Comune di Milano la acquista da Antonio Vallardi. Il foglio è inserito insieme a un altro (ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 37vA) al verso f. 37 del tomo (presso l’Archivio Storico Civico esiste una riproduzione fotografica in bianco e nero del disegno negativo A 4142), mentre sul recto del foglio del tomo si trovano altri due disegni (ASCMi, Raccolta Bianconi, II, ff. 37rA, 37rB).
Il disegno si conserva piegato in due e reca le tracce delle piegature originarie, in corrispondenza di una delle quali si nota un piccolo strappo; sul verso si trovano le tracce della colla usata per il fissaggio al tomo, che hanno provocato lieve assottigliamento della carta, ingiallimento e alcune sgualciture. Si notano, inoltre, aloni bruni diffusi e alcune macchie di inchiostro.
Il disegno sembra pressoché privo di preparazione, se si eccettua una linea mediana a punta secca, tuttavia esso mostra numerosi fori in corrispondenza di tutti gli spigoli della pianta, elemento che farebbe pensare a una copia da altro disegno. Il tratteggio obliquo a penna è adottato per indicare i pieni murari.
Note critiche
Il disegno ha avuto una discreta fortuna critica nell’ambito degli studi sulla costruzione dello scurolo di san Carlo Borromeo, o scurolo nuovo, voluto da Federico Borromeo per trovare una migliore collocazione per il corpo dell’allora beato Carlo (beatificato nel 1602, canonizzato nel 1610), successivamente alla ricognizione della reliquia avvenuta nel 1606 (Scotti, 1973). Sono noti tre elaborati correlati con la vicenda, studiati in particolare da Cecilia Bocciarelli, Stefan Kummer e Aurora Scotti: oltre a quello in oggetto, un altro disegno nello stesso tomo della Raccolta Bianconi (ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 38r) e un disegno già conservato presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano (BAMi, F. 251 inf. n. 47, trafugato nel 2001).
Cecilia Bocciarelli documenta le fasi progettuali e costruttive dello scurolo a partire dal 10 marzo 1606, quando il vicario generale indica la necessità di costruire un sepolcro per il corpo di Carlo Borromeo: «Facta per prefatum Reverendum dominum Vicarium Generalem propositione sicut plusquam necesse est construere aliud sepulchrum […] in quo recondi possit corpus Beati Caroli» (AVFDMi, Ordinazioni Capitolari, 21, f. 17r; Bocciarelli, 1969, p. 183). Già il giorno successivo si dispone che un «modulo sepulchri ipsius Beati Caroli a quodam perito confecto» sia sottoposto al giudizio di Federico Borromeo (AVFDMi, Ordinazioni Capitolari, 21, f. 17v) e il progetto è poi approvato il 3 aprile («Viso modulo iuxta quem confici debet sepulchrum Beati Caroli, manu propria Reverendissimi Domini Prepositi Vicecomitis nec non Illustrissimi Domini Rectoris firmato, ordinaverunt, laudando prius dictum modulum, dictum sepulcrum fabricandum esse iuxta formam dicti moduli»; AVFDMi, Ordinazioni Capitolari, 21, ff. 21v-22r; Bocciarelli, 1969, p. 183). Il 18 marzo del 1606 Francesco Maria Richino è pagato 6 scudi d’oro, corrispondenti a 36 lire imperiali, per «haver fatto il dissegno del sepolcro del Beato Carlo» (AVFDMi, Mandati, 27; nel documento compare uno studio sommario di forma rettangolare quotato, presumibilmente corrispondente a una parte dello scurolo, forse la tomba), ma i lavori alla cappella sono in realtà eseguiti soprattutto nel secondo decennio del secolo: il 19 aprile 1611 è pagato «il modello di legname per la Cappella sotterranea di S. Carlo» e negli anni successivi è costruita la camera destinata ad accogliere l’arca del santo, rivestita con decorazioni d’argento nel 1619 (31 gennaio). Lo scurolo è poi rimaneggiato nel 1751 e di nuovo nell’ottocento con la sistemazione del vestibolo da parte di Pietro Pestagalli (Bocciarelli, 1969, p. 183).
Sia Cecilia Bocciarelli (seguita da Kummer), sia Aurora Scotti considerano il f. 38r della Bianconi, per uno scurolo in forma ellittica, il primo in ordine cronologico tra i progetti verosimilmente ideati da Francesco Maria Richino ed entrambe vi riconoscono l’autografia del maestro, ritenendo invece successiva la proposta con pianta ottagonale al foglio F. 251 inf. n. 47 della Biblioteca Ambrosiana (secondo Bocciarelli da riportare agli anni 1611-1612, secondo Scotti e Soldini una variante da collocarsi vicina al 1606), a sua volta difforme dal progetto definitivo, del quale non restano oggi disegni autografi.
Questo disegno, lontano dagli altri dal punto di vista tecnico e per il suo evidente carattere di elaborato d’uso, è segnalato da Cecilia Bocciarelli come un possibile rilievo, dal momento che compaiono alcune indicazioni di opere già realizzate nelle didascalie.
Bibliografia
E. Cattaneo, I momenti spirituali della costruzione del Duomo, in Il Duomo di Milano, a cura di M.L. Gatti Perer, atti del congresso internazionale (Milano, 1968), Milano, 1969, II, p. 57 fig. 5
C. Bocciarelli, L’attività di Francesco Maria Richino nel Duomo di Milano nei primi decenni del Seicento, in Il Duomo di Milano, a cura di M.L. Gatti Perer, atti del congresso internazionale (Milano, 1968), Milano, 1969, I, p. 183
A.M. Romanini, L’architettura, in C. Ferrari da Passano, A. M. Romanini, E. Brivio, Il Duomo di Milano, Milano, 1973, I, p. 226 fig. 223
S. Kummer, Mailänder Kirchenbauten des Francesco Maria Ricchini, Dissertation zur Erlangung der Doktorwurde des Philosophischen Fachbereichs, Würzburg, 1974, K103, fig. 11
S. Kummer, Mailänder Vorstufen von Borrominis S. Carlo alle Quattro Fontane in Rom, “Münchner Jahrbuch der bildenden Kunst”, XXVIII, 1977, p. 161 fig. 6, p. 169
I. Balestreri, I disegni del Duomo di Milano nella Raccolta Bianconi, “Il disegno di architettura”, 7, 1993, p. 31
La Raccolta Bianconi. Disegni per Milano dal Manierismo al Barocco, a cura di I. Balestreri, Milano, 1995, p. 26