Pianta e prospetto della facciata

Autore

Riccardi, Giovanni Battista

Titolo

Pianta e prospetto della facciata

Datazione

XVIII secolo; 1746, ottobre

Collocazione

AVFDMi, Archivio Disegni, 177

Dimensioni

800x590 mm

Tecnica e Supporto

Preparazione a matita, compasso; esecuzione a penna e inchiostro bruno, inchiostro nero, acquarellatura a inchiostro nero diluito in diverse gradazioni di grigio; supporto cartaceo di media grammatura, filigrana non rilevabile, controfondato.

Scala

Non presente

Iscrizioni

In basso a destra, a penna e inchiostro bruno: «Disegno fatto da Gio[vanni] Batt[ist]a / Riccardi Archit[ect]o in 8bre 1746».

Notizie

Il disegno rappresenta l’unico elaborato grafico noto realizzato per la facciata del Duomo da Giovan Battista Riccardi, il cui nome è più notoriamente legato alla realizzazione della Iconografia della città a Castello di Milano del 1734 e che compare nella Fabbrica del Duomo come quadraturista nel 1739 (Annali, VI, p. 133; Mori, 2002).

Il disegno, inserito entro montaggio semirigido, al quale è incollato nella parte superiore, è interamente controfondato in epoca moderna, ma si presentava su un unico foglio, con margine superiore irregolare, forse rifilato, dal momento che lungo gli altri tre margini compare una cornice a penna e inchiostro nero. Il foglio è molto ammalorato, presenta numerosi strappi, compensati dal controfondo, e crettature dalla carta diffuse, oltre a estese macchie grigie e piccole macchie brune. Il foglio è, inoltre, globalmente molto ingrigito e l’inchiostro presenta alcune microabrazioni e sbiadimento in più punti.

La preparazione doveva essere eseguita interamente a matita, sebbene questa sia oggi scarsamente visibile, ne restano tracce in corrispondenza di alcune linee in basso e per la costruzione con l’ausilio del compasso di alcuni elementi circolari (si vedano le linee di preparazione radiali negli orologi). Inoltre, linee a matita piuttosto evidenti compaiono in corrispondenza del coronamento centrale superiore con la croce, qui evidentemente tracciate a mano libera. L’esecuzione dell’architettura è stata condotta con strumento a penna e inchiostro bruno, mentre le decorazioni sono state realizzate prevalentemente a mano libera e a penna e inchiostro nero, con il quale sono ripassate anche alcune linee già tracciate a inchiostro bruno.

Note critiche

Il disegno è interamente acquarellato con inchiostro nero diluito in diverse gradazioni di grigio; presumibilmente, considerando la datazione del foglio, potrebbe trattarsi di inchiostro di china. Le ombre all’interno delle porte e finestre del prospetto sono molto dense, quasi nere, mentre le restanti parti sono eseguite a chiaroscuro, mentre campita in grigio più tenue è la muratura piena nella pianta.

Il disegno è citato già da Mongeri nel 1886 e poi da Morazzoni, Romussi e Wittkower, ma studiato analiticamente solo in occasione della mostra sui progetti per la facciata del Duomo del 2003 da parte di Giovanna Mori. Non vi sono dubbi sulla paternità dell’opera, dal momento che il disegno è firmato e datato dall’autore stesso all’ottobre del 1746. Già dal decennio precedente era ripreso attivamente nel cantiere del Duomo il dibattito sul completamento della facciata, che divenne acceso nel corso degli anni Quaranta, soprattutto dopo la formulazione del progetto di Luigi Vanvitelli (1745), per il giudizio sul quale vengono interpellati e chiamati a formulare proposte anche Francesco Croce e Carlo Giuseppe Merlo. L’idea di Riccardi si pone, al pari di quella di Merlo (concepita nello stesso periodo, sebbene effettivamente presentata forse nel 1751; AVFDMi, Archivio Disegni, 346), anzitutto in dialogo con le preesistenze, ovvero le finestre e le porte “alla romana” già realizzate e anche i contrafforti accanto al portale maggiore realizzati secondo l’ultimo progetto di Carlo Buzzi (AVFDMi, Archivio Disegni, 223, in copia presumibilmente ottocentesca), riproposti nella scansione verticale alternativamente singola e binata del portico. Al pari del progetto formulato da Merlo, Riccardi pensa a un portico che comprenda l’intera larghezza dell’edificio, composto da arcate ogivali, delle quali quella centrale si connota però per la maggiore altezza, andando a formare una balconata rilevata. Il portico ha inoltre la particolarità di essere impostato a livello dei gradini antistanti la cattedrale. Il piano superiore, arretrato invece al piano di facciata, trasforma il finestrone centrale in un oculo polilobato e contempla lo spazio per l’inserimento di due orologi (forse ispirati a uno dei progetti di Vanvitelli; Vienna, Albertina Graphische Sammlung, St. mil. VI, 3 AZ1325). Sebbene nell’alzato il progetto dichiari apertamente il suo carattere “alla gotica”, lo slancio verticale che era stato proprio dei progetti di Buzzi è qui limitato attraverso una sequenza di archeggiature cuspidate orizzontali, che delimitano i piani e creano un coronamento centrale orizzontale centrale, che sarà poi ripreso in particolare nel progetto di Cesare Pagano (CRSMi, PV g 2-34).

 

Bibliografia

G. Mongeri, La facciata del Duomo di Milano e i suoi disegni antichi e moderni, “Archivio Storico Lombardo”, XIII, 1886, pp. 353-354, n. XXXVIII.

C. Romussi, Intorno alla facciata del Duomo di Milano: considerazioni e proposte, Milano, 1906, p. 41

G. Morazzoni, Il Duomo. Saggio iconografico, Milano, 1919, p. 5, n. 52; tav. VIII, n. 14

L. Grassi, Province del Barocco e del Rococò. Proposta di un lessico bibliografico di architetti in Lombardia, Milano, 1966, p. 286

R. Wittkower, Gothic versus Classic. Architectural projects in Seventeenth Century Italy, New York, 1974, p. 63, fig. 82

A. Scotti Tosini, La Lombardia asburgica, in Storia dell’architettura italiana. Il Settecento, a cura di G. Curcio, E. Kieven, Milano, 2000, p. 438

F. Repishti, R. Schofield, La facciata del Duomo di Milano (1582-1750), in La facciata del Duomo di Milano nei disegni d’archivio della Fabbrica (1583-1737), a cura di F. Repishti, catalogo della mostra (Milano, 2002), Milano, 2002, p. 17

G. Mori, Giovanni Battista Riccardi, in E il Duomo toccò il cielo. I disegni per il completamento della facciata e l’invenzione della guglia maggiore tra conformità gotica e razionalismo matematico (1733-1815), a cura di E. Brivio, F. Repishti, catalogo della mostra (Milano, 2003), Milano, 2003, pp. 86-87

 

Schedatore e data

Jessica Gritti 2012

ISBN

9791220009157

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