Progetto per la facciata

Autore

Castelli, Francesco; [Bonacina, Cesare (incisore)]

Titolo

Progetto per la facciata

Datazione

XVII secolo; 1651, 16 novembre

Collocazione

ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 42r

Dimensioni

1330x1356 mm

Tecnica e Supporto

Stampa da acquaforte e xilografia, inchiostro nero; supporto cartaceo di media grammatura, filigrana non presente.

Scala

In basso al centro, tra pianta e prospetto, unità di misura non espressa: costituita da un’asticella orizzontale suddivisa da tratti verticali posti a distanza regolare, con tratteggio ombreggiato inferiore, non numerata.

Iscrizioni

In alto a sinistra, a stampa: «All’Ill[ustrissimi] e Rev[erendi] Sig[nori] Patr. Coll. / Li signori / RETTORE e DEPUTATI / della Ven[eranda] Fabrica del Duomo di Milano. / Eccovi Illustris[simi] e reverendis[simi signori la nuova fronte del famoso tempio della / metropoli di Milano, da me delineata in / corrispondenza del rimanente d’esso tempio, si al di / fuora, come al di dentro. A questo superando nelle / sue meraviglie il teatro di Marco Emilio, che innal- / zavasi a trecento sessanta colone e racchiudeva (co- / me attesta Plinio) sessanta milla persone; e di gran / lunga avanzando il circo di Cesare e l’Amfiteatro / di Pompeo, ben si può dar con giusta ragione titolo / dell’ottavo stupore del mondo. Il desiderio delle Si- / gnorie loro Illustris[sime] e Reverendis[sime] di vedere una vol- / ta finita una Mole così riguardevole ha dato occasio- / ne à me di esporre alla luce le presenti architettate linee. / A loro le dono, e dedico, et come figlie del desio loro / concedendole habili à render compita una fabrica tan- / to celebre. Cosa stimarò parto dalla benignità, e ma- / gnificenza delle SS[ignorie] VV[ostre] Illustris[sime] e Reverendis[sime] se le / vederò à ì pubblici sguardi, et raccomandate all’im- / mortalità. E qui devotissimo me le inchino. / Milano XVI novembre MDCLI. / Delle SS[ignorie] VV[ostre] Illustris[sime] e Reverendis[sime] Devotis[simo] et umilis[simo] servitore / Francesco Castello Milanese D.D.».

In alto a destra, a stampa: «LA NONA PARTE DEL FIANCO ESTERIORE / DEL DUOMO DI MILANO. / 1. Non si è fatta in maggior larghezza il detto vestibolo per / mantenersi sopra li fondamenti che già si trovano fatti / conforme al disegno del Pellegrino che si poneva in esecu- / tione, come anco è il parere dell’architetto Righini. / 2. Non si sono fatte in maggior grossezza, né altezza le colonne / della detta facciata per non alzarsi in maggiore altezza del / fianco, come ancora mi paiono in proportione e simetria del / rimanente della sudetta facciata, dando al secondo ordine la / diminutione, conforme che viene osservato da buoni autori, / come anco se si volessero di un sol pezzo sarieno più com- / mode de condursi, e quando si volessero in maggior altezza / si potrebbero accomodare senza deteriorare l’inventione / del sudetto disegno. / 3. Si è fatto correre il cornicione attorno al detto templo confor- / me al parere del Pellegrino, parendo, che compaia molto / bene, e quando non si volesse, potrebbe farsi il giuoco del / pilastrone, che separa dalla facciata alla romana il tempio / nelli risvolti. / 4. Si è anco fatta l’agulia, che si trova nel mezzo della facciata per / finimento vuota, per darle minor peso, l’altre però s’intendo- / no fabricare conforme alle già fatte. / 5. Non mi è parso lodevole il levare la corsia o galeria, che si / vede nella summità di detto tempio di già fatta nel modello, / come anco osservata da molti periti nelli loro disegni, scorgen- / do che le dia molto gratia, perché senza essa non rendesi / l’occhio pago. / 6. Per li campanili, havendo veduto molti disegni fra quali alcuni / gli hanno messi in facciata, e altri posti nelle parti di / dietro, il disegno non difficulterà, che si possano mettere tanto / in uno, quanto nell’altra: però il mio sentimento sarà confor- / me al parere dell’architetto Pellegrino, che si dovessero porre / vicino alle sagrestie, mentre che in quella parte non vi è / scarsezza di sito, come si trova nella facciata».

In alto a sinistra, a stampa: «la nona parte incirca del fianco interiore / del Duomo».

A sinistra, sul foglio aggiunto con il testo, a penna e inchiostro nero: «V[edi] Annali d[ella] Fabbrica del Duomo / vol.[ume] V, 1648 14/5 e 29/12, 1651 23/11 e 14/12 / 1652 29/8, 1656 9/4 e 29/6».

Sul verso, a matita: «II 42».

Sul verso, a matita: «2 42».

Sul verso, a matita: «42».

Sul verso, indicazione inventariale moderna, a matita: «R.B. Tomo II f. 42».

 

Notizie

Il progetto di Francesco Castelli è oggi tramandato da diversi esemplari grafici, costituiti anzitutto da due disegni autografi, corrispondenti alla sezione longitudinale e al prospetto laterale della facciata e della prima campata della cattedrale, conservati presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo (AVFDMi, Archivio Disegni, 203-1 e 203-2), mentre non sono oggi noti i disegni relativi alla pianta e al prospetto della Facciata. Il progetto nella sua interezza si apprezza, invece, in una stampa in grandi dimensioni, tirata da più lastre (e blocchi xilografici per le iscrizioni), comprendente la pianta, il prospetto frontale, la sezione longitudinale e il prospetto laterale della facciata e della prima campata ovest del Duomo. La stampa si conserva oggi in diversi esemplari noti: un esemplare, completo anche delle iscrizioni contenenti la dedica e le note esplicative al progetto dello stesso Castelli, è presente presso la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano (AVFDMi, Archivio Disegni, 4b); presso l’Archivio Storico Civico si trova invece questo esemplare incompleto con la pianta, il prospetto e le iscrizioni disposte in modo diverso dalla precedente (ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 42r), e, inoltre, un esemplare contenente la sola parte con il prospetto laterale (ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 41v) e un altro con la sola parte in sezione longitudinale (ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 43r). Un esemplare con la sezione longitudinale, completa di dedica ai rettori e deputati sottostante, è inoltre conservato presso la Civica Raccolta di Stampe “Achille Bertarelli” di Milano (CRSMi, Pv m 76-67; presso la stessa raccolta si conserva anche un esemplare replicante la sola lastra inferiore della sezione alla segnatura Pv m 14-44). Oltre alla stampa in grande formato, ne esiste anche una in formato piccolo, recante la pianta e il prospetto della facciata (nella quale a destra è replicata in controparte la metà di sinistra) e inserita nell’opuscolo Per la facciata del Duomo: un esemplare sciolto è conservato presso l’Archivio della Fabbrica (AVFDMi, Archivio Disegni, 342).

L’esemplare in Archivio Storico Civico è inserito tra gli ultimi fogli del secondo tomo della Raccolta Bianconi, composta in dieci volumi dall’architetto, collezionista e storico Carlo Bianconi tra il 1789 e il 1796 e contenente disegni di architettura e alcune incisioni di edifici milanesi tra il XIV e il XVIII secolo. La storia del foglio si accompagna quindi con quella della Raccolta, che dopo essere passata ai Litta e poi ai Vallardi, entra nel 1872 nelle raccolte civiche milanesi, quando il Comune la acquista da Antonio Vallardi. La stampa è l’unico elaborato inserito al f. 42r del tomo (presso l’Archivio Storico Civico esiste una fotografia in bianco e nero, negativo A 4151), mentre il verso del foglio del tomo è libero.

La stampa è realizzata su sei fogli, di dimensioni differenti, incollati insieme e lievemente sovrapposti, ma divergenti di qualche centimetro, più due fogli aggiunti ai lati sui quali stanno i testi, inoltre, quattro piccoli pezzi di carta contenenti piccole immagini a stampa sono incollati nelle zone bianche del foglio sottostante. Oggi i margini sono irregolari e in alcuni casi consunti, recanti qualche piccolo strappo. Le giunture dei fogli hanno provocato un maggiore ingiallimento della carta in loro corrispondenza; un grande strappo in basso a sinistra era stato compensato con nastro adesivo sul verso, oggi rimosso e sostituito da fissaggio adeguato. Sul recto si notano alcune macchie di inchiostro nero e bruno e rossastre, mentre il verso mostra alcuni aloni giallastri, che parrebbero dati da colle.

La stampa in grandi dimensioni recante il progetto di Castelli, di cui un esemplare completo si conserva presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano (AVFD, Archivio Disegni, 4b) era realizzata con 10 lastre di rame e due blocchi xilografici per le lunghe iscrizioni. L’esemplare in Raccolta Bianconi, II, f. 42r corrisponde solo alla parte della pianta e prospetto della facciata, su sei fogli, da sei lastre in rame, più due fogli contenenti le stampe xilografiche con le iscrizioni. Sebbene l’esemplare non sia completo, a differenza di quello conservato presso la Fabbrica, oggi in cornice, ma in ogni caso incollato su altro supporto, quello della Bianconi mostra il procedimento di realizzazione e composizione successiva della stampa, grazie al fatto che conserva ben evidenti le impronte dei rami, visibili nelle parti estreme dell’inciso e rifilate invece all’occorrenza nelle parti di giunzione dell’elaborato. Inoltre, si nota come la stampa corrispondente alla facciata rechi spazi lasciati in bianco in corrispondenza di alcuni particolari decorativi, i quali sono stati poi realizzati in apposite lastrine di piccole dimensioni, stampate su piccoli fogli autonomi e poi incollate verosimilmente negli appositi spazi in fase di composizione finale. In questo caso tuttavia esse sono state incollate nella parte superiore, fuori dalla facciata, e mostrano chiaramente la loro esecuzione in lastrine separate, poiché tutte conservano l’impronta. È probabile dunque, sebbene non sia stato possibile verificarlo, che anche l’esemplare completo della Veneranda Fabbrica sia stato realizzato in questo modo.

 

Note critiche

L’esemplare dell’Archivio Storico Civico, segnalato già da Mongeri, è maggiormente noto rispetto a quello conservato presso la Fabbrica, essendo stato pubblicato anche da Paolo Mezzanotte e Giacomo Carlo Bascapè, Rudolf Wittkower, Luciano Patetta e nel volume a cura di Giulia Bologna dedicato ai materiali relativi al Duomo conservati presso la Biblioteca Trivulziana del 1986. Più recentemente è inoltre stato analizzato nell’ambito degli studi sui progetti per la facciata del Duomo di Francesco Repishti (Repishti 2003).

Francesco Castelli presentò alla fabbrica versioni successive del suo progetto, una prima consegnata ai deputati nel maggio del 1648, della quale non sembrano sussistere prove grafiche, che fu tuttavia fortemente criticata da Francesco Maria Richino (Dibattiti, XI, 3; cfr. Repishti 2003, p. 94 e Repishti, Schofield, 2003, pp. 387-388) e da Carlo Buzzi, quest’ultimo in diretta concorrenza con Castelli anche per tramite delle sue proposte progettuali. Castelli formula poi un nuovo disegno, che viene discusso in Capitolo il 25 giugno 1648 (AVFDMi, Ordinazioni Capitolari, 35, f. 69v; Annali, V, pp. 223-224; Repishti, 2003, p. 94 e p. 122, nota 251) e che è inciso da Cesare Bonacina con la data 16 novembre 1651, del quale restano gli esemplari sopra menzionati. Di quest’ultimo progetto fu inoltre realizzato un modello ligneo tuttora esistente (1652, 31 agosto: ASMi, Notarile, 25925 e copia in AVFDMi, Archivio Storico, 146; Repishti, 2003, p. 122, nota 260) con la metà della facciata, che fu collocato nei pressi del «modello vechio» in Campo Santo, insieme agli altri modelli allora esistenti per la facciata (Repishti, Schofield, 2002, p. 23) e dei quali si sono oggi perse le tracce.

Il progetto di Francesco Castelli, collocabile nella generale preferenza della metà del XVII secolo per la formulazione di proposte “alla gotica”, rappresenta tuttavia un momento davvero sui generis rispetto agli altri progetti presentati e da subito si colloca in netta antitesi ai coevi progetti di Carlo Buzzi, totalmente all’insegna di un’osservazione stretta del principio di conformità alla fabbrica. Castelli infatti mantiene lo schema generale della facciata proposto da Pellegrino Tibaldi e rispetta pertanto le preesistenze già fondate, conservando l’utilizzo di grandi colonne e mantenendo il doppio passo proposto accanto al portale maggiore e ai lati della facciata. Davanti alla fronte della cattedrale egli propone un portico poco profondo sorretto da colonne e archi, coronato da una balaustrata, che conserva al suo interno le porte e le finestre “alla romana” già poste in opera, mentre nella parte superiore l’architetto stringe il coronamento alle tre navate centrali, raccordandolo all’ordine inferiore con l’ausilio di volute e mantenendo anche nella parte superiore la scansione verticale dei sostegni. Tuttavia, nonostante l’impaginato resti nella sostanza simile a quello di alcune proposte “alla romana” e in particolare sembri debitore verso i progetti di Pellegrino e Richino, gli elementi sono totalmente trasfigurati in una rivisitazione in chiave moderna del linguaggio gotico (come è stato ben evidenziato da Wittkower e recentemente da Francesco Repishti), nella quale le colonne sono tortili e dotate di capitelli a edicola, gli archi del portico sono a sesto acuto, gli elementi decorativi minuti sono rappresentati da specchiature verticali strette e allungate e, nel secondo ordine, trafori floreali popolano le volute laterali, mentre pinnacoli, doccioni e falconature decorano il prezioso coronamento mistilineo superiore.

 

Bibliografia

G. Mongeri, La facciata del Duomo di Milano e i suoi disegni antichi e moderni, “Archivio Storico Lombardo”, XIII, 1886, p. 348

N. Carboneri, Filippo Juvarra e il problema delle facciate alla gotica del Duomo di Milano, “Arte Lombarda”, 2, 1962, p. 100, fig. 6 

A. Cassi Ramelli, Curiosità del Duomo di Milano, Milano, 1965, p. 40, fig. 28 

L. Grassi, Province del Barocco e del Rococò. Proposta di un lessico bibliografico di architetti in Lombardia, Milano, 1966, p. 144, fig. 200 

P. Mezzanotte, G.C. Bascapè, Milano nell’arte e nella storia, a cura di P. Mezzanotte, Milano, Roma, 1968, tavola fuori testo non numerata tra p. XXXVIII e p. XXXIX (esemplare dell’Archivio Storico Civico)

N. Carboneri, Il dibattito sul gotico, in Bernardo Vittone e la disputa fra classicismo e barocco nel Settecento, atti del convegno (Torino, 1970), Torino, 1972, p. 140, fig. 4 

A.M. Romanini, L’architettura, in C. Ferrari da Passano, A. M. Romanini, E. Brivio, Il Duomo di Milano, Milano, 1973, I, pp. 194-195, fig. 185 

R. Wittkower, Gothic versus Classic. Architectural projects in Seventeenth Century Italy, New York, 1974, pp. 49-58 , fig. 67 (esemplare dell’Archivio Storico Civico)

Una cattedrale immersa nella storia. Dediche della Trivulziana al Duomo di Milano, a cura di G. Bologna, catalogo della mostra (Milano, 1986), Milano, 1986, p. 40 (esemplare dell’Archivio Storico Civico)

L. Patetta, Alcune riflessioni sul disegno di architettura, “Il disegno di architettura”, 7, 1993, pp. 1-10, in copertina (esemplare dell’Archivio Storico Civico)

La Raccolta Bianconi. Disegni per Milano dal Manierismo al Barocco, a cura di I. Balestreri, Milano, 1995, p. 22, p. 26

E. Brivio, Il progetto di facciata di Felice Soave per il Duomo di Milano. Un manoscritto inedito dell’autore, in Artisti lombardi e centri di produzione italiani nel Settecento. Interscambi, modelli, tecniche, committenti, cantieri. Studi in onore di Rossana Bossaglia, a cura di G.C. Sciolla e V. Terraroli, Bergamo, 1995, pp. 103-106 

A. Scotti Tosini, La Lombardia asburgica, in Storia dell’architettura italiana. Il Settecento, a cura di G. Curcio, E. Kieven, Milano, 2000, p. 436

F. Repishti, Schede, in La facciata del Duomo di Milano nei disegni d’archivio della Fabbrica (1583-1737), a cura di F. Repishti, Milano, 2002, p. 48, fig. a p. 49

F. Repishti, La facciata del Duomo di Milano (1537-1657), in F. Repishti, R. Schofield, I dibattiti per la facciata del Duomo di Milano 1582-1682. Architettura e controriforma, Milano, 2003, pp. 94-105; fig. 115

 

Schedatore e data

Jessica Gritti 2012

ISBN

9791220009157

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